Tra il 2006 e il 2008, Mauro Maria Tarolli – pittore, artista web e anima inquieta – ha popolato la sua web radio di pensieri, visioni e grida silenziose. Messaggi brevi, concepiti in italiano e tradotti in inglese con un Google Translate ancora primitivo, diventavano frammenti di un diario pubblico: riflessioni sull'arte come salvezza, sulla natura come maestra, sul capitalismo come veleno dell'anima.
Mentre il mondo correva verso il baratro finanziario del 2008, Mauro guardava il cielo, parlava con i corvi e le aquile, camminava nel deserto della mente. I suoi ultimi messaggi – "Guardando nel profondo di Wall Street, abbondano anime vuote" – sembrano una profezia.
Questi sono i suoi pensieri, ritradotti dall'inglese all'italiano che aveva nel cuore.